La giornata dei miracoli
by Claudia Beggiato
Era la giornata dei miracoli, quella che il Comune organizzava una volta l’anno.
Nella giornata dei miracoli, tutto si trasformava magicamente.
Non si andava a scuola e si poteva studiare solo un’ora al giorno, perché quell’ora valeva come un’intera mattina. Il resto del tempo si doveva giocare.
I genitori rimanevano a casa dal lavoro, e stavano con i bambini.
Non esisteva inquinamento perché le auto erano tutte elettriche.
Gli alberi, al posto dei frutti, producevano caramelle.
C’era sempre il sole e si poteva stare senza giacca, perché non ci si ammalava mai.
La verdura sapeva di cioccolato.
Si poteva andare a letto quando si voleva e sempre nel lettone di mamma e papà.
Le persone sorridevano sempre perché non esisteva nessuna preoccupazione.
Nella giornata dei miracoli, la cosa più fantastica che succedeva, era che gli adulti ritornavano bambini.
In quel giorno, i piccoli potevano spiegare ai grandi quello che provavano e i grandi li capivano di più. Nessuno li giudicava mai.
Il problema vero era che, finita la giornata dei miracoli, la vita riprendeva come sempre e i grandi non ricordavano quello che aveva provato.
Passata quella magica giornata, i grandi ritornavano grandi. Solo i bambini riuscivano a conservare nel cuore i meravigliosi cambiamenti che questo giorno produceva.
Fu così che i bambini si radunarono durante la lezione d’informatica e inventarono un programma che permettesse ai grandi di ricordare quello che succedeva nella giornata dei miracoli.
Lavorarono al computer e, senza che l’insegnante si accorgesse, progettarono un software geniale, e lo misero in rete.
Il virus si propagò immediatamente e successe quello che avevano sperato.
Precisamente, quando la giornata dei miracoli finì, senza che i grandi si rendessero conto, cambiarono atteggiamento con i bambini e si ricordarono quello che avevano provato rimanendo bambini.
Stettero di più con loro e li ascoltarono.
Anche se la vita era tornata uguale a prima, non era più la stessa e tutti vissero più felici e contenti.